Sing sarà nelle sale a gennaio, ma il 14 dicembre, e solo per quel giorno, è stata proiettata un’anteprima nazionale. Non potevo esimermi dall’andare a vederla, un po’ perchè, ovvio, amo il cinema d’animazione, e un po’, soprattutto, perchè a Sing c’ha lavorato anche un caro amico.
E si, se qualcuno se lo stesse chiedendo, mi bullo di avere amici di grande talento che lavorano nel cinema. 😀
Il plot narrativo è relativamente semplice: un impresario teatrale sull’orlo della bancarotta, decide di indire una gara di canto, un talent, per risollevare le sorti del suo teatro. Dopo i provini, a cui partecipa mezza città, viene scelto un gruppo di talenti che deve iniziare a provare per lo spettacolo. Ma essendo tutte persone normali, con altri lavori ed impegni nella vita (e qualcuno con diversi problemi), non sarà così facile perseguire il sogno di diventare cantanti. Se ci si aggiunge la banca che tampina l’impresario, una banda di “mafiosi”, e una famiglia dedita alle rapine, in quadro è completo.
Jennings si diverte a osare movimenti macchina dinamici, che spostano il punto di vista nei vari angoli della città (costruita miscelando San Francisco a Parigi, Los Angeles a New York), presentandoci i personaggi. Sceglie le inquadrature con un certo gusto del virtuosismo che, pure se a volte sembra fine a se stesso, vanno comunque ad enfatizzare un’animazione ed una resa visiva di altissimo livello. Dirige sapientemente un storia lineare, il cui punto di forza non sta nella sorpresa, quanto nel meccanismo ad orologeria che innesca, dove tutte le storie personali dei protagonisti viaggiano in parallelo alla storia dello spettacolo, fino ad avvitarsi, nel finale, con essa.
Sing è un’opera corale decisamente ben orchestrata. I personaggi principali non solo sono ben caratterizzati, nei loro problemi, nelle loro manie, ma ciascuno di loro incarna sia uno stereotipo umano sia, in qualche modo, uno stereotipo cinematografico. Ognuno di loro è un sì un personaggio, sì un archetipo, ma anche un genere, o meglio un sottogenere, cinematografico.
Come non pensare alle commedie agrodolci per teenager guardando la timida ed impacciata Meena, ad esempio, o agli “spacconi” del cinema in bianco e nero con Mickey (evidente versione “topesca” 2.0 di Frank Sinatra), o alle commedie per famiglie con madri sull’orlo di una crisi di nervi con la dolcissima Rosita. Tanto per fare degli esempi.
Ma forse il maggior pregio di Sing è il fatto che è un film per tutti. Un film davvero per famiglie.
Mentre strizzatine d’occhio arrivano allo spettatore più smaliziato, con le citazioni più o meno evidenti, che vanno da Ritorno al Futuro (in almeno 2 scene) ad Indiana Jones, lo spettatore più piccolo è in grado comunque di apprezzare la storia e godersi delle caratterizzazioni simpaticissime.
SING
Titolo originale: Sing
Regia di: Garth Jennings
Scritto da: Garth Jennings
Genere: Animazione, Musicale, Commedia
Anno: 2016
Paese: USA
Produzione: Illumination Entertainment
Durata: 110 minuti
Musica: Joby Talbot